L’importanza dell’analisi delle acque e i nuovi standard qualitativi introdotti dalla nuova Direttiva UE

9 Dicembre 2022

Ai sensi del D. Lgs 31/2001, l’amministratore di condominio è responsabile della salubrità delle acque e del controllo dello stato di adeguatezza e manutenzione dell’impianto idrico condominiale. Egli, pertanto, è responsabile della rete idrica condominiale, comprese tubature, addolcitori, autoclavi, serbatoi di accumulo ecc. dall’allaccio del contatore fino alla distribuzione nei singoli appartamenti.

Eseguire l’analisi delle acque in condominio è importante al fine di scongiurare il rischio per i condòmini di entrare a contatto con acqua contenente batteri e microrganismi che possono essere dannosi per la salute umana.

Tali analisi, infatti, prevedono la determinazione di diversi parametri sia chimici che microbiologici, per i quali sono stabiliti dei valori-limite da rispettare.

A tal proposito, la nuova Direttiva Europea 2020/2184 sull’acqua potabile, che dovrà essere recepita da tutti gli Stati membri entro il 12 gennaio 2023, stabilisce una serie di standard qualitativi al fine di rendere più stringenti i limiti per le sostanze contaminanti, così da rendere l’acqua dei rubinetti ancora più sicura.

Le modifiche più rilevanti riguardano i parametri per la valutazione del rischio nel tratto domestico. In particolare, la Direttiva UE stabilisce un limite rigido per la legionella, fissato a <1000 CFU/I, e per il piombo, fissato 10 μg/l.

ll rischio di legionella nei condomini è un pericolo concreto. Infatti, come in ogni altro impianto idrico, anche nell’impianto di un condominio sussistono condizioni favorevoli alla proliferazione di questo batterio responsabile di infezioni dell’apparato respiratorio. Esse sono: temperatura dell’acqua tra i 25°C e i 45 °C, stagnazione dell’acqua, tubature vecchie, presenza di sporco, incrostazioni, alghe e amebe.

La Direttiva 2020/2184 revisiona anche una serie di parametri chimici tra cui il clorato, il cui limite viene fissato a 0,25 mg/l ma viene elevato a 0,70 mg/l in caso di utilizzo di ipoclorito o biossido per la disinfezione dell’acqua.

Tra i parametri invece che non dovranno più essere controllati rientra la durezza, la cui voce viene totalmente eliminata in quanto considerato indicatore irrilevante. Infatti, studi e ricerche hanno smentito la tesi, diffusa negli anni Sessanta, secondo cui la bassa durezza dell’acqua porterebbe allo sviluppo di malattie cardiovascolari.

Inoltre, la Direttiva sulle acque potabili ha lo scopo di disincentivare l’uso delle bottiglie a favore dell’acqua del rubinetto al fine di ridurre l’impatto ambientale. La buona qualità dell’acqua del rubinetto dovrà essere dimostrata attraverso delle specifiche azioni volte alla trasparenza, tra cui: esposizione più chiara dei dati in bolletta; libero accesso per i cittadini a informazioni circa i risultati di controllo delle acque potabili, i procedimenti di trattamento e disinfezione, la valutazione del rischio e gestione del sistema di fornitura, gli indicatori quali ferro, durezza, minerali ecc; accesso su richiesta ai risultati dei monitoraggi delle acque potabili.

Gli Stati membri avranno tempo fino al 12 gennaio 2026 per adottare le misure necessarie affinché le acque destinate al consumo umano siano in linea con i parametri indicati dalla norma; entro il 12 luglio 2027 dovranno avere istituito il piano di valutazione e gestione dei rischi per i bacini idrografici e per punti di estrazione; entro il 12 gennaio 2029, infine, dovranno avere introdotto misure atte a migliorare l’accesso e a promuovere l’uso di acqua per il consumo umano unitamente al piano di valutazione dei rischi per i sistemi di distribuzione e di fornitura. Tutte le informazioni dovranno essere messe a disposizione dell’Agenzia Europea per l’Ambiente.

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