Lo scorso 11 settembre la Commissione Europea, nel Rapporto dell’Unione sullo Stato dell’Energia 2024, ha lanciato un monito all’Italia: il Paese deve accelerare sulle case green.
Perché vengano raggiunti gli obiettivi di riduzione del consumo di energia dell’11,7% entro il 2030 e di decarbonizzazione entro il 20250, secondo i vertici esecutivi UE, è necessario dare una spinta nella direzione “dell’elettrificazione degli impianti di riscaldamento e della ristrutturazione degli edifici”.
Da questo punto di vista, Bruxelles ha sottolineato come le misure messe in atto dal Governo italiano siano ancora molto carenti e inidonee al raggiungimento dei livelli di efficientamento energetico auspicati. Inoltre, è stato evidenziato che “nel 2023 il 4,1% della popolazione italiana ha avuto difficoltà a sostenere le spese per le bollette e il 9,5% non ha potuto mantenere la casa calda nei mesi invernali”. Ciò è frutto di un parco immobiliare in cui il consumo energetico per riscaldamento e raffreddamento rappresenta l’80% del fabbisogno residenziale e solo il 21% del consumo energetico finale lordo proviene da fonti rinnovabili.
Nell’ottica di una riqualificazione energetica degli edifici che soddisfi gli obiettivi previsti dalla Direttiva Case Green, si pongono i nuovi bonus edilizi previsti per il 2025.
Il Governo sta ripensando a un sistema di incentivi volti al miglioramento delle performance energetiche degli edifici che presentano una situazione più critica, considerando che oltre la metà degli immobili situati in Italia appartiene alla classe energetica più bassa, la classe G.
Pompe di calore, doppi vetri, riscaldamenti a pavimento e altre tecnologie ecologiche saranno gli interventi da privilegiare nell’erogazione dei bonus.
Sembrerebbe che l’Esecutivo attuerà un cambio di rotta da un sistema di agevolazioni basato su investimenti e lavori a un sistema basato sui risultati che tali opere producono. In questo senso, il bonus ristrutturazione potrebbe prevedere i cosiddetti “certificati bianchi”, cioè titoli negoziabili che attestino l’avvenuta realizzazione di interventi di efficientamento.
Al fine di agevolare il processo di transizione energetica, inoltre, si propongono procedure condominiali più snelle e la creazione di un archivio digitale di Attestati di Prestazione Energetica che si integri con il Catasto Edilizio Urbano.
Importanti revisioni anche sul versante dell’aliquota di detrazione e del tetto massimo di spesa ammissibile.
In particolare, è prevista una riduzione graduale dell’aliquota, la quale scenderà al 36% dal 2025 al 2027 e al 30% dal 2028 al 2033.
Il tetto di spesa sarà pari a 48 mila euro per la singola unità immobiliare.
Saranno previsti finanziamenti agevolati con tassi di interesse convenienti per le famiglie in condizioni di povertà energetica.