Solo tre settimane fa veniva pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Aiuti quater, contente nuove disposizioni in tema di Superbonus, tra cui la scadenza al 25 novembre 2022 per la presentazione delle CILAS al fine di accedere alla detrazione al 110%. È iniziata, così, una corsa contro il tempo da parte dei professionisti del settore edile e degli uffici comunali per il disbrigo delle pratiche.
A pochi giorni dal click day per l’accesso all’aliquota del 110%, lo scenario sembra nuovamente in procinto di cambiare.
Al vaglio del Ministero dell’Economia c’è infatti la proposta di prorogare la scadenza per la presentazione delle CILAS al 31 dicembre 2022.
Resterebbe invece invariata la decisione secondo la quale la delibera dell’assemblea di condominio per l’esecuzione dei lavori deve essere stata approvata entro la data già stabilita. Il motivo è il seguente.
Riaprire il termine per la presentazione delle CILAS comporterebbe un costo pari a circa 200 milioni di euro complessivi per il 2025, 2026 e 2027. Riaprire anche il termine per le delibere condominiali, invece, potrebbe comportare un costo fino a 300 milioni. Infatti, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, “nell’anno in corso, secondo i dati Enea, in tutti i condomini italiani sono stati investiti in media 1,6 miliardi di euro per circa 2600 asseverazioni ogni mese”. Per riportare al 110% l’agevolazione per le domande presentate a dicembre, per le quali il governo aveva previsto una detrazione del 90%, “andrebbe coperto il 20% di quei circa 1,6 miliardi di euro, che corrisponde appunto a quei 300 milioni da coprire”.
Per quanto riguarda, invece, le modifiche allo sblocco dei crediti fiscali, sul tavolo del Ministro Giorgetti c’è la proposta avanzata da Abi e Ance. Secondo i Presidenti Patuelli e Brancaccio andrebbe applicata una misura che consenta agli intermediari di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dagli intermediari. In sostanza, si andrebbe a compensare automaticamente una quota dell’1% degli F24 presi in carico dalle banche per i versamenti fiscali e contributivi dei clienti con i crediti da bonus edilizi.
Fonte: Il Sole 24 Ore