Il Decreto Legislativo 18/2023 stabilisce i requisiti minimi per i parametri microbiologici delle acque destinate al consumo umano, con l’obiettivo primario di garantire la salubrità e la qualità dell’acqua, proteggendo così la salute pubblica.
La normativa si inserisce in un contesto più ampio che coinvolge il rispetto delle direttive europee, in particolare la Direttiva UE 2020/2184, che impone la necessità di monitorare e garantire che l'acqua potabile sia esente da contaminazioni microbiologiche pericolose. L’obiettivo di queste regolazioni è evitare che microrganismi patogeni possano entrare in contatto con l'uomo attraverso il consumo di acqua o altre attività quotidiane, come il lavaggio di alimenti o l’igiene personale.
Gli Enterococchi intestinali rappresentano un sottoinsieme degli Streptococchi fecali, batteri Gram-positivi che giocano un ruolo cruciale nella microbiologia dell’acqua potabile. Questi batteri sono anaerobi facoltativi, il che significa che possono sopravvivere sia in ambienti privi di ossigeno che in ambienti ossigenati, un aspetto che li rende particolarmente resistenti rispetto ad altri microrganismi. Gli Enterococchi sono noti per la loro relativa resistenza a condizioni ambientali estreme, come l'esposizione a concentrazioni elevate di cloruro di sodio e a valori di pH alcalini, caratteristiche che li rendono particolarmente resistenti alla disinfezione tramite cloro, spesso utilizzato nei processi di depurazione delle acque.
Il gruppo degli Enterococchi è utilizzato come indicatore microbiologico per rilevare la contaminazione fecale nell’acqua, poiché la loro presenza segnala che l’acqua è stata recentemente contaminata da materia fecale. A differenza di altri indicatori, come l’Escherichia coli e i coliformi termotolleranti, gli Enterococchi tendono a sopravvivere più a lungo nell’ambiente acquatico.
La presenza di Enterococchi intestinali nelle acque destinate al consumo umano è un segnale di un rischio sanitario imminente. La normativa italiana e le direttive europee richiedono che le acque potabili siano prive di concentrazioni di questi batteri tali da rappresentare un pericolo per la salute pubblica.
Qualora un’analisi microbiologica evidenzi la loro presenza, l’acqua non può essere considerata sicura per vari usi, tra cui il consumo diretto, ma anche per lavare alimenti, piatti, mani, viso, denti e per fare la doccia. In questi casi, è fondamentale attuare misure correttive immediate, come il campionamento di nuovi lotti di acqua per valutare l’entità della contaminazione e l'individuazione di possibili fonti di inquinamento.
Per affrontare e risolvere il problema della contaminazione da Enterococchi, esistono diverse soluzioni tecniche e operative:
Trattamento dell’acqua: L’adozione di un sistema di trattamento adeguato per l’eliminazione dei microrganismi patogeni è essenziale. Questi sistemi devono essere progettati tenendo conto della specificità del tipo di contaminazione microbiologica riscontrata. L'intervento di un'azienda specializzata nel trattamento delle acque è spesso necessario per scegliere la tecnologia più adatta (ad esempio, sistemi di filtrazione avanzata o trattamenti a base di ultravioletti).
Manutenzione e pulizia dei sistemi di distribuzione: Un'altra misura fondamentale è quella di mantenere puliti i filtri rompigetto e le infrastrutture di distribuzione dell’acqua, evitando che contaminanti esterni possano entrare nel sistema o proliferare in zone sensibili, come i rubinetti e le tubature.
Gli Enterococchi possono essere patogeni per l’uomo, causando diverse infezioni di varia gravità. In particolare, le infezioni da Enterococchi possono coinvolgere il tratto intestinale, ma anche altre zone del corpo, come il sistema urinario, le ferite, e il peritoneo, portando a condizioni di sepsi o infezioni intra-addominali. Le infezioni da Enterococchi sono anche legate a mastoiditi (infiammazioni dell'orecchio) e ascessi.
I sintomi di un'infezione da Enterococchi possono includere febbre, brividi, dolori addominali, aumento della frequenza respiratoria, ipotensione (bassa pressione sanguigna), nausea, vomito e diarrea. In alcuni casi, le infezioni possono essere particolarmente gravi e richiedere un trattamento ospedaliero.
Le infezioni causate da Enterococchi sono spesso resistenti agli antibiotici, rendendo il trattamento complesso. Tuttavia, alcuni farmaci come penicillina, ampicillina e vancomicina mostrano ancora una certa efficacia contro questi batteri. Il trattamento deve essere sempre personalizzato e valutato da un medico, che considererà la gravità dell'infezione e le caratteristiche specifiche del paziente.
In sintesi, la presenza di Enterococchi nell’acqua potabile rappresenta un rischio serio per la salute umana e richiede azioni tempestive e precise per garantire che le acque siano sicure per il consumo e l'uso quotidiano. La gestione e la prevenzione della contaminazione microbiologica sono essenziali per salvaguardare la salute pubblica e prevenire il diffondersi di malattie infettive.