Precisamente, l’agente patogeno che causa la malattia è la specie Legionella Pneumophila. Essa è indicata come agente biologico di “classe 2” nel Testo Unico di Sicurezza (D. Lgs. 81/08), ossia “tra quelli che possono comportare un rischio per i lavoratori, ma che hanno poche probabilità di propagarsi nella comunità e per i quali sono di norma disponibili efficace misure pro lattiche e terapeutiche”.
Il primo caso di epidemia da Legionella fu registrato nel 1976 presso l’Hotel Bellevue Stratford di Philadelphia, negli Stati Uniti. Il nome “Legionella” nacque proprio in quell’occasione: si trattava infatti di un congresso di veterani dell’American Legion, 221 dei quali contrassero la malattia che, per 34 di loro, si rivelò fatale. La fonte di contaminazione fu identificata nel sistema di aria condizionata della struttura alberghiera.
Esso si trova dunque in sorgenti d’acqua, anche termali, fiumi, laghi, fanghi ecc. Dagli ambienti naturali il batterio prolifica nelle strutture artificiali, colonizzando impianti idrici, di umidificazione e di condizionamento, piscine e fontane di edifici sia pubblici sia privati. All’interno degli impianti artificiali, la Legionella si sviluppa sopratutto in presenza di incrostazioni o depositi calcarei, tubazioni corrose o ostruite, serbatoi di ristagno o di accumulo di acqua.
La trasmissione avviene tra soggetto e acqua contaminata ed è possibile contrarre la malattia tramite inalazione di aerosol o micro aspirazione di acqua contaminata.
Ne consegue che il rischio di contagio è più elevato in presenza di docce, colonne di vapore, umidificatori e condizioantori, idromassaggi, apparecchi per aerosol e ossigenoterapia.
Il batterio penetra nelle mucose delle alte vie respiratorie umane. In caso di goccioline di dimensione inferiore a 5 micron, la Legionella può essere in grado di raggiungere anche le basse vie respiratorie. In questo caso, i sintomi possono essere più severi e più elevata sarà la pericolosità.
- Febbre Pontiac, forma meno grave
- Malattia del Legionario, forma più acuta
La Febbre di Pontiac ha un periodo di incubazione compreso tra le 24 e le 48 ore e i sintomi sono simil influenzali come malessere generale, mal di testa, dolori muscolari, febbre, tosse e, in alcuni casi, diarrea, nausea e vertigini. In questo caso, la guarigione avviene nel giro di 2-5 giorni senza la necessità di assunzione di particolari farmaci.
La Malattia del Legionario ha un periodo di incubazione più esteso, che va dai 2 ai 10 giorni, e si manifesta sotto forma di polmonite infettiva. I sintomi sono febbre, tosse, malessere, difficoltà respiratorie. In questo caso possono sorgere delle complicazioni, anche extrapolmonari, come ascesso polmonare, empiema, insufficienza respiratoria, shock, coagulazione intravasale disseminata, porpora trombocitopenica e insufficienza renale. Il trattamento consiste in somministrazione di antibiotici.
Tra i fattori critici che possono condurre a un esito fatale vi sono:
- età avanzata;
- sesso maschile;
- consumo di fumo e alcool;
- patologie polmonari o altre patologie pregresse croniche;
- immunodeficienza o immunodepressione.
Il tasso di mortalità può variare dal 40%-80% nei pazienti immunodepressi non trattati fino al 5-30% in caso di trattamento appropriato. Nel complesso, il tasso di mortalità è compreso tra il 5% e il 10%.
Inoltre, fondamentale è l’adozione di misure preventive, come la manutenzione degli impianti e l’analisi delle acque, che permettono di contrastare la propagazione della Legionella.
Nell'ambito specifico di edifici condominiali, l'amministratore di condominio è il responsabile del sistema idro-potabile di distruzione interna dell’acqua. Pertanto egli è tenuto al rispetto di 3 obblighi:
1- Valutazione del rischio
2- Adozione di misure preventive e correttive
3- Adozione di misure di mantenimento dei valori di parametro
Ai sensi dell’articolo 14, l’amministratore deve effettuare i controlli attraverso laboratori di analisi. Gli esiti dovranno poi essere inseriti nella cosiddetta “Anagrafe territoriale dinamica della acque potabili”.
In caso di difformità ai valori di parametro, l’articolo 15 prevede che l’autorità sanitaria locale provveda a porre divieto di fornitura di acqua potenzialmente pericolosa e ad attuare i provvedimenti necessari per la tutela della salute umana.
L’articolo 23, infine, enuncia le sanzioni amministrative cui potrebbe venire incontro l’amministratore di condominio inadempiente. In caso di mancato mantenimento del rispetto dei parametri dell’allegato I, è prevista una sanzione da 5 mila a 30 mila euro. In caso di mancata valutazione e gestione del rischio, è prevista una sanzione da 4 mila a 24 mila euro.
Fonti: www.humanitas.it, www.epicentro.iss.it, www.salute.gov.it